domenica 26 febbraio 2017

quattrocentonovant'otto


- Goa -


Mi dice che la piazza era un luogo psicanalitico. I racconti della vita di ognuno venivano ascoltati per costruirsi non per fare pettegolezzo, a vivere si muore e l'oblio è terribile. Bisognerebbe scrivere la vita di ognuno per via che non sia perduta. Era bello vivere allora, non era la giovinezza la causa della nostra felicità, ma la consistenza della vita densa come la consistenza del corpo che ami. Che i nostri germogli sono incomprensibili e noi siamo rami secchi. Una volta applaudimmo il matto del villaggio che aveva recitato una poesia di notte: noi in cerchio seduti ed estasiati dalle parole, ci ammutolimmo per vestire l'eternità nel suono di quelle parole; i gesti del poeta sul palcoscenico della piazza si liberavano dalle mani per appollaiarsi uno ad uno sulla lancetta del tempo, ricordi ? C'eri anche tu, eravamo seduti di fronte al bar Dorando. C'era anche la ragazza di cui eravamo innamorati, era meravigliosa con quei capelli, una bambola, si è laureata sai ? Poi non so, l'ultima volta che l''hanno vista pareva sofferente, seduta in un ufficio pubblico, l'occhio spento sul reale, vivo nella profondità dell'imo, agitava un foglio di giornale a ventaglio, con le labbra circolava nei propri pensieri; è sempre stata strana, l'unico con cui aveva confidenza e parlava è morto, lo conoscevi ? Forse no, era di un altro tempo come me. Ora tutto è in frantumi viviamo un'epoca smemorata. Allora indossavamo una maschera teatrale, è vero, ma era mobile oltrechè nobile, ora vedo indossare quella di ferro, uguale per tutti, ignobile, nobile, educata edulcorata, chi è bravo capisce, ma questo non è l'arte della finzione attraverso cui individui la verità, questa è l'estinzione dell'essere umano, dove c'è danaro si è sempre lontani dalla verità. Viviamo il tempo dello spirito pragmatico della locusta come nulla fosse. L'amore dov'è ? Il grande assente di cui tutti parlano, ma nessuno sente nè vede nè conosce. Sorride. Mi stringe la mano, mi dice che è contento di vedermi e se passo di là, di andarlo a trovare, ci beviamo del vino ci raccontiamo cose, sai dove sto ? Ho lo studio là in mezzo, dopo la curva c'è una lapide di un partigiano morto per non so cosa, un sacco di gente è morta per non so cosa, anche oggi un sacco di gente muore per non so cosa, la morte è inspiegabile per chi pensa di essere immortale: di nuovo sorride alla battuta di spirito che gli è uscita; sto lì in angolo in una porzione di casa a piano terra dentro una lunga vetrata che si affaccia sulla campagna, dove il sole mi possa illuminare con le mie cose, creo sculture cui parlo se fumo marjiuana tento di farle camminare.   


* alcuni chiarimenti su ciò che ho scritto

Goa è lo stato più piccolo dell'India il più ricco. Ex colonia portoghese per 500 anni non ci sono templi Indù, solo chiese Cristiane. Meta dagli anni 60 dei movimenti hippie ha spiagge chilometriche. Goa è il nome del mio amico in questo racconto.

giovedì 16 febbraio 2017

quattrocentonovantasette

                                        

  - 8 e mezzo -


Salgo sul campanile della Pieve di S. Maria sagra in piazzale Re Astolfo, lego una fune di acciaio la tiro sino alla torre della Ghirlandina. Renato da basso con flemma osserva il lavoro parlotta con Valerio. Sulla fune faccio scorrere delle cabinovie. Una Fiat 1100 parcheggia scendono Francesca e Mara a fatica trascinano un corpo. L'ex primo ministro viene deposto in un'aiuola nel giardino del teatro con una motosega sezionato a pezzi. Un lavoro da macellai che le due ragazze eseguono alla perfezione come se lavorassero al macello. Rimesso nel sacco più agevolmente lo poniamo nella cabinovia in modo che sgoccioli abbondantemente nella tinozza posta a terra. Il sangue raccolto verrà usato dalle rezdore per fare i ciccioli alla festa dell'unità. Entro in chiesa della Sagra porto all'altare la ministra con la palpebra a mezz'asta. Quando Don Rino consente di baciarci la bacio, un cunnilingus interminabile. Ho la lingua salata mi alzo per dissetarmi il chierichetto mi allunga un bicchiere di acqua santa la ministra squirta con uno zampillo da porno diva. Wanda la mia maestra elementare con l'acconciatura da Sofia Loren entra in chiesa, il camice nero da maestra statale col misurino con cui si misura il litro, intercetta lo zampillo. Alla luce del sole lo misura mi dice " 8 e mezzo ". Mi chiede se la matematica l'ho imparata o è un'opinione come per tutti, le dico che sono povero perchè ho imparato a fare i conti giusti. Le dico che ero convinto fosse morta mi risponde che quando è necessario torna in vita. Mi riconsegna il quaderno di matematica che mi lanciò nel cestino. Supero la statua del duce Benito Mussolini in piazzale Re Astolfo, Renato fuma un sigaro  osserva la porta murata della mensa Mara e Francesca sedute sul muretto parlano di esplosivi politici da gambizzare. Notiamo nei giardini del teatro una decina di individui, alcuni sono giornalisti prezzolati di quelli che scrivono che tutto è a posto gli altri degli spaventa passeri. Dalla tasca prendo lo zippo marca Dupont, mi avvicino e appicco il fuoco a uno qualsiasi il quale come se niente fosse nella fiammata continua a bruciare senza consumarsi, così gli altri, ognuno brucia senza consumarsi. I giornalisti prezzolati osservano senza prendere appunti. E' tutto a posto. Renato e Valerio pensano che se costoro bruciano senza consumarsi, significa che c'è di mezzo Dio. Mara è atea propone di sparare un colpo in testa a ciascuno, per appurare se il loro Dio è di tipo arcaico o moderno come le armi da fuoco e ha il potere sulle pallottole. La ministra senza mutande nel vestito di tulle alzato sino all'inguine, ci raggiunge, le metto una mano sulla passera per via che non voli via. Tutti insieme con lo stesso sguardo con la palpebra a mezz'asta vediamo la stessa cosa. Giornalisti prezzolati e spaventa passeri falò camminano sul palco del teatro e recitano Les Miserable di Victor Hugo. L'airone con la livrea stampata dalle rotative del Manifesto vola sul campanile, sotto le ali ha tatuato in caratteri inglesi un articolo di Giame Pintor. Non importa che vi dica che mentre m'incammino verso la piazza dedicata ai Martiri vedo un tronco rovesciato e un asse sopra, su cui due teste mozzate d'intellettuali di sinistra, fanno l'altalena; tantomeno dei gabbiani che nell'angolo del sogno si accontentano del loro stupido candore chiassoso nelle discariche anzichè al mare; che sul terrazzo della Sinagoga in piazza, Roman Abramovich a tavolino si fa servire le sublimi ostriche di Cap Ferret da Anna Frank ilare educato mentre passo a piedi mi dice Mazel Tov: son cose che non vengono comprese.




* alcune precisazioni su quello che ho scritto

Il racconto nasce da un sogno il titolo è palesemente riferito al film di Federico Fellini  8 /2

Renato è Renato Curcio fondatore delle Br
Mara è Margherita Cagol co-fondatrice delle Br  ( Brigate Rosse )

Francesca Mambro è stata un'esponente dei N.A.R
Valerio Fioravanti è stato un'esponente dei N.A.R  ( Nuclei Armati Rivoluzionari )

Wanda Carra è stata maestra elementare e moglie del politico carpigiano Vittorino Carra della Dc

Giaime Pintor è stato fondatore del quotidiano Manifesto giornalista e antifascista

Don Rino amabile sacerdote della Pieve di S. Maria detta Sagra

Roman Abramovich imprenditore e politico Russo di origine ebraica

Mazel Tov = buona fortuna in lingua ebraica