lunedì 10 luglio 2017

cinquecentoquattro


- Sui generis -

Il pazzo, capospalla nero, jeans neri, capelli bianchi scarmigliati sino alle spalle, l'andatura rapida, mastica nell'ira la voce roca, pare filtrata da un vocoder incorporato; tritura parole prive di filo logico, si blocca istantaneamente, si volta inveisce contro qualcuno, poi capisco, vedo i ragazzini. Lo hanno individuato eccentrico che cerca rogne nelle performances degli angoli più svariati della città, recita a perfezione monologhi surreali. I ragazzini non si fanno pregare lo seguono con dileggio negli occhi, presi da un minimo di stupore sia per l'anormalità del personaggio che pare uscito dalla trama di un film, sia per le rapide controffensive da pazzo innocuo che mostra avere nei loro confronti. Capra che mostra le corna in segno di difesa, capra rimane capra, fosse leone ci sarebbe da prendere delle contromisure serie. Pare ad un certo punto sia attore che recita una parte poi ne viene travolto. Come un mago dal cilindro della mano, getta a palombella tre pietre per la strada. I ragazzi sino ad allora vicini seppur a distanza di sicurezza, al lancio di pietre rapidamente si allontanano. Tra vetture, aiuole, edifici, gente che passa, il pazzo scompare, di sè lascia tre pietre scaramantiche sul selciato.   

Nessun commento:

Posta un commento